This post is also available in:
English
Français
Sono ormai vent’anni che faccio parte del movimento vegan e per i diritti animali. Si potrebbe pensare che, dopo tutto questo tempo, io sia arrivato a qualche conclusione e abbia un po’ di certezze.
Beh, a quanto pare, meno del previsto…
Di recente ho infatti avuto moltissime nuove idee e altre sono state messe in discussione o scartate. Il primo motivo è che ho passato molto tempo a scrivere e a riflettere per il mio blog e il mio libro. Inoltre, sono stato influenzato dalla filosofia – e da molte persone – del movimento di Altruismo Efficace, nonché da Animal Charity Evaluators, Faunalytics, e dal movimento DxE (Direct Action Everywhere – Azione Diretta Ovunque).
Quindi, ecco qua alcune mie conclusioni (preliminari, ovviamente) ed alcune cose su cui ho cominciato a riflettere in tempi recenti.
1. Benessere e sofferenza sono importanti
Come per molti di quelli che hanno a cuore i diritti animali, per me il punto erano i diritti. Oggi, ritengo che i diritti siano un’astrazione e un mezzo, utili solo nel momento in cui aiutano a evitare che degli esseri viventi vengano danneggiati. A un certo punto, “benessere animale” è diventato quasi una parolaccia nel nostro movimento, ma non dovrebbe esserlo.
2. Polli e pesci sono la carne che conta
Polli e pesci sono di gran lunga le maggiori vittime del nostro comportamento come consumatori. Sono animali piccoli, quindi ne mangiamo tantissimi e soffrono terribilmente. Si meritano una parte importante delle nostre risorse.
3. Oltre il veganismo 1: la sofferenza degli animali selvatici dovrebbe ricevere parte della nostra attenzione
Gli animali non sono solo maltrattati e uccisi dagli esseri umani: molti più animali soffrono in natura a causa di fame, freddo, predazione, parassiti e malattie. Se abbiamo a cuore gli animali, dovremmo preoccuparci anche degli animali selvatici ed pensare a quello che possiamo fare o potremo fare per loro in futuro. (vedi: La verità estremamente sconveniente della sofferenza degli animali selvatici)
4. Oltre il veganismo 2: la sofferenza va oltre gli animali umani e non-umani
Pensando in termini ancora più ipotetici: grazie all’Altruismo Efficace, ho cominciato a prendere in considerazione la terribile possibilità che nel futuro vengano creati degli esseri artificiali senzienti (…ebbene sì.). Se cominciamo a pensarci e ad agire per tempo, forse possiamo prevenire un’immensa sofferenza nei secoli a venire. Dopo lo specismo c’è… il substratismo: non importa se sei a base di carbonio. Quello che conta è se sei senziente.
5. Ci sono cose più importanti che essere vegani
Sì, certo, quello che ci mettiamo in bocca ha un impatto e, per carità, resta vegan. Ma essere un portavoce degli animali eloquente e amichevole potrebbe essere ancora più importante. (vedi Il feticismo di essere vegan)

6. Il denaro è una risorsa decisiva
Siamo tutti molto vegani, ma quanto doniamo? Parliamo di veganismo, ma se doniamo, ne parliamo in modo da incoraggiare altri a fare lo stesso? Con il nostro denaro possiamo avere un impatto molto maggiore che con le nostre personali abitudini di consumo. E guadagnare soldi per fare da sponsor ad altri portavoce degli animali, può essere un modo efficiente di fare meta-sostegno. (vedi È ora di donare e Money Money Money nel nostro Movimento)
7. Il movimento vegan potrebbe aver perso il ruolo di spicco
Un tempo eravamo solo noi, il movimento vegan, a lottare per gli animali, ma ora, in modo più indiretto, il settore commerciale ha acquisito un impatto significativo: tutti gli Impossible Foods, gli Hampton Creek e i Beyond Meat… hanno avviato un processo di rivoluzione di un intero settore e stanno portando avanti cambiamenti incredibili. (vedi E se la vera spinta verso un mondo vegan non arrivasse dai vegani?)
8. La tecnologia e gli OGM accorrono in nostro soccorso
Rivoluzioni tecnologiche possono dare il via a rivoluzioni morali. Esistono già alcune alternative ai prodotti animali molto promettenti, ma il futuro ci riserva molto di più. Un aspetto in particolare su cui ho recentemente cambiato idea sono gli OGM. Ero contrario perché non avevo mai davvero preso in esame il problema e avevo accettato ciecamente i pensieri e gli slogan dei miei pari. Grazie ad alcuni amici e a vegangmo.com, ho per lo più cambiato idea sull’argomento e mi rendo conto che gli OGM potrebbero essere di grande aiuto nel prevenire la sofferenza animale. “Naturale” non significa un granché. (vedi E gli OGM e le alternative hi-tech agli alimenti di origine animale?)
9. Dovremmo investire di più nella ricerca
Dato che ci sono così tante incertezze e opportunità incessanti di scoprire cose nuove, dobbiamo investire abbastanza risorse nella ricerca e capire cosa funziona davvero. Dobbiamo farlo senza dogmi, aperti a qualsiasi risultato potremmo ottenere. Il che mi porta al mio ultimo punto…
10. L’apertura mentale è ancora più importante di quanto pensassi
A giudicare dalla mia lista, vedendo la frequenza e l’importanza degli argomenti sui quali mi sono dovuto aggiornare, devo concludere che l’apertura mentale è ancora più importante di quello che pensassi. Sono davvero allergico ai dogmi. Se da una parte l’apertura mentale e l’opinione lenta ci portano a voler imparare sempre cose nuove e migliorarci, il dogma ci impedisce di imparare e migliorare – che è una cosa molto importante quando c’è così tanto in gioco.
Tutte queste domande senza risposta, questa evoluzione costante, questi dubbi e queste incertezze non dovrebbero paralizzarci. Ci sono tante teorie, strategie e tattiche promettenti. È un impegno di lungo periodo, possiamo rallentare un po’, testarle e analizzarle e poi, con le prove migliori che possiamo trovare, aggiornarci e dare più attenzione a una strategia o all’altra.
Essere vegan significa rinunciare ai prodotti animali. Non significa rinunciare a pensare.
Traduzione di Eugenia Albano